Ex frigorifero Militare _ Cuneo _ Italia
Il progetto di recupero dell’Ex- Frigorifero Militare prevede la realizzazione di un’architettura civile: un edificio pubblico dotato di una grande flessibilità d’uso, un edificio contemporaneo che si confronta con un luogo carico di storia e con il grande paesaggio dell’altipiano di Cuneo sul quale si affaccia.
Il progetto è la composizione di due parti architettoniche, il perimetro murario esistente (composto da un corpo di fabbrica in linea e uno a pianta quadrata) e la grande copertura a padiglione che lo protegge e ne indica un possibile ruolo urbano: uno spazio collettivo.
Un recinto e un tetto definiscono dunque l’architettura.
Anche se la demolizione della muratura esistente era resa possibile dalla normativa abbiamo scelto di non cancellare la memoria di questo luogo.
Questo muro, i materiali che lo compongono, e dunque il luogo hanno assunto quella peculiare bellezza creata dal tempo e dalle avversità. Il tempo atmosferico e il tempo cronologico hanno lasciato stratificazioni significative, il restauro non vorrebbe cancellare queste tracce.
Una particolare attenzione è stata quindi sviluppata per il rispetto di un’atmosfera (Stimmung) percepita.
Il “valore dell’antico”, complesso e contradditorio, rappresenta inoltre nel nostro tempo il nucleo concettuale di ogni progetto di restauro.
Il progetto prevede quindi il restauro della muratura perimetrale dell’edificio che si presenta in condizioni di degrado ma in sostanza integra nella sua volumetria, cercando di conservare il carattere dell’edificio esistente e l’atmosfera del luogo.
L’edificio esistente conservato è stato coperto e protetto da una copertura metallica compositivamente e strutturalmente autonoma. I nuovi interventi sono pertanto chiari e distinti.
Il tetto a padiglione vorrebbe rappresentare una idea generale del tema della copertura nell’identificare uno spazio protetto, un’idea archetipica di architettura, un riparo sovrano (abri souverain).
La “grande” copertura vorrebbe inoltre offrire una immagine consueta (legata alla tradizione locale) di copertura. La scelta costruttiva, formale, invece la pone come una architettura del nostro tempo.
Nelle scelte compositive, formali e costruttive nel tentativo di individuare un ruolo urbano per questo edificio e quindi di definire un carattere si è posta particolare attenzione alla dimensione dell’edificio e dunque alla sua scala architettonica in rapporto alle parti esistenti e alla parte di città.
La dimensione volutamente ridotta all’osso delle strutture metalliche per non oscurare la bellezza del muro e la scelta di una copertura “come avrebbe potuto essere” cercano di fissare un carattere monumentale e domestico ad un tempo.
Per quanto riguarda la distribuzione, alla hall d’ingresso si accede, mediante due nuove porte allineate con le finestre termali soprastanti, da via sette Assedi ed è collocata nelle ultime due campate del corpo di fabbrica in linea verso il corpo a pianta quadrata.
La Hall è passante e collega l’ingresso con la corte-giardino, pensata anche come spazio
espositivo, alla quale si accede da via Manfredi di Luserna.
Il corpo in linea è pensato su due piani, una struttura metallica sorregge il solaio e la copertura. La struttura metallica (profili in acciaio) in elevazione è staccata dalla muratura esistente che perde così la sua valenza costruttiva.
Il solaio, che presenta una struttura in profili di acciaio, è staccato dal perimetro murario su entrambi i lati lunghi definendo spazi a doppia altezza, lasciando intravedere da entrambi i livelli le finestre “termali” che caratterizzano le facciate e permettendo nuovi e imprevisti punti di vista.
Le chiusure verticali sopra il muro esistente sono costituite da facciate continue in acciaio e vetro.
La copertura, a padiglione caratterizzata degli ampi sporti di gronda, presenta una struttura in profili metallici in continuità con la struttura in elevazione (pilastri). Tutto il sistema di copertura è di tipo ventilato e prevede un manto di finitura in lastre laminate in zinco titanio.
Una scala in rampa unica a partire dall’ingresso porta al primo piano.
Una scala a tenuta di fumo collega il piano terra con l’interrato, nella parte opposta all’atrio.
Il piano terra e il primo piano sono destinati a spazi espositivi. Al piano terra inoltre, oltre alla hall d’ingresso, si trova il bookshop ed una zona dedicata al bar.
Gli spazi individuati dal progetto, dal punto di vista distributivo, coerentemente con le scelte compositive/in accordo con le scelte compositive sono aperti e flessibili.
Nel corpo a pianta quadrata, posto all’angolo tra via Sette Assedi e Corso Kennedy e collegato al corpo in linea dall’atrio, si trova al piano terra la sala conferenze con acceso diretto anche verso la corte-giardino e verso Corso Kennedy.
Al piano primo sono previsti spazi laboratoriali e di produzione, al secondo piano gli uffici amministrativi, ma anche un potenziale belvedere sul paesaggio. Un vano scala con ascensore collega tutti i piani, dal piano interrato al piano secondo.
Una struttura metallica autonoma rispetto al perimetro murario sorregge i solai e la copertura. La falda che caratterizza la copertura a padiglione del corpo in linea, perimetra e definisce anche la copertura del corpo a pianta quadrata.
La copertura a padiglione del terzo piano individua un corpo centrale (un possibile belvedere) che si integra nell’immagine complessiva del progetto.
Nella corte è prevista una pavimentazione in materiale naturale con l’inserimento di alcuni arbusti e piante da giardino. Si tratta di uno spazio vocato alla esposizione di sculture ma potrebbe diventare palcoscenico per possibili eventi culturali e rappresentazioni.
Lo spazio flessibile ma non agnostico degli interni consente inoltre molteplici allestimenti. La luce naturale convogliata all’interno in molti modi (ma anche, se necessario sono previsti sistemi di oscuramento) offrirà atmosfere e caratteri necessari per gli allestimenti espositivi che verranno.
credits :
Concorso di architettura: Ex frigorifero Militare _ Cuneo _ Italia
progettisti: Giovanni Furlan, Vittorio Longheu, Gino Malacarne
design team: Genny Celeghini, Roberta Tognoli